C’è un legame tra il capoluogo della Sardegna e la capitale argentina: un legame che parte dal santuario di Nostra Signora di Bonaria, per finire a Buenos Aires. E’ una bella storia cominciata 470 anni fa.
Il 3 febbraio 1536 il conquistatore spagnolo Pedro de Mendoza, capo di una spedizione che doveva esplorare e colonizzare i territori attorno al Mar de la Plata, fondò un villaggio al quale diede il nome di Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. A bordo della nave della spedizione erano presenti anche due frati Mercedari, che si erano imbarcati a Siviglia, da dove era partita la spedizione.
La devozione alla Madonna sarda approdò anche in Argentina con la citata spedizione del Mendoza, il quale era molto devoto della Madonna, al punto che, nel testamento redatto tre giorni prima della partenza della sua spedizione egli chiama Maria “Avvocata e Signora di tutti i miei fatti”.
Ben presto, dopo lo sbarco sorsero nel nuovo continente, e in particolare nell’estuario del Rio de la Plata diverse chiese, cappelle e istituzioni dedicate alla protettrice dei naviganti, tra le quali anche l’“Ospedale di Nostra Signora di Buen Aire della Comunità dei Naviganti”.

In tempi moderni, nella capitale argentina è stata costruita una grande basilica dedicata alla Vergine lunga 80 metri e larga 32. Ancora: nel museo storico nazionale, si conserva una incisione in rame della “vera immagine della Vergine Santissima di Buen Aire… patrona dei naviganti”; analoga incisione di epoca anteriore si trova nella Casa del Governo.
Nel 1970, il 24 aprile, per le celebrazioni del sesto centenario dell’arrivo della Madonna a Bonaria, Paolo VI venne in visita al santuario; per l’occasione giunsero pellegrini da tutta Italia e anche dall’Argentina: Buenos Aires inviò una delegazione ufficiale guidata dagli ambasciatori argentini presso la Santa Sede e presso il Governo italiano.
Inoltre, quasi a sancire un gemellaggio tra il capoluogo sardo e Buenos Aires, per iniziativa del Lions Club di Cagliari fu donata una statua in marmo della Madonna di Bonaria alta due metri, che venne accolta con una solenne cerimonia dall’arcivescovo della città, ed è attualmente collocata ad un ingresso del porto della capitale argentina.