Sono trascorsi otto secoli dalla fondazione dell’Ordine di Santa Maria della Mercede, un Ordine di antica data ma a tutt’oggi di una sorprendente attualità.
Infatti, pur essendo stata abolita ufficialmente nel secolo XIX la schiavitù, «sorgono oggi nella società umana nuove forme di schiavitù sociale, politica e psicologica, derivanti in ultima analisi dal peccato e che risultano per la fede dei cristiani così perniciose come l’oppressione e la schiavitù di altri tempi. Perciò il nostro Ordine si impegna a testimoniare lo stesso “lieto annunzio” di amore e di redenzione che ha presentato fin dall’inizio della sua storia» (Costituzioni 3).
“La vostra storia, così piena di santità e di eroismi non si è fermata… continua il suo corso, perché la sua traiettoria è di carità e questa appartiene all’essenza della Chiesa, benché le forme di applicazioni cambino secondo i segni dei tempi” (Paolo VI ai Mercedari del Capitolo generale del 1968).
“Nella presente felice circostanza mi è grato incoraggiarvi nel vostro impegno di attuare gli ideali ed i propositi del vostro fondatore nel contesto storico contemporaneo, così diverso, per tanti aspetti, da quello del suo tempo ma sempre bisognoso di essere orientato verso i medesimi valori fondamentali di giustizia, di misericordia, di liberazione, di riconciliazione, di pace. Vorrei in particolare esortarvi a mantenere, incrementare, propagare l’intensa devozione propria delle vostre origini, nei confronti della santissima Madre di Dio, la Vergine Maria, che tanto esemplarmente ha partecipato all’opera redentrice del suo divino Figlio: solo così il vostro Ordine potrà custodire integro e inalterato quello spirito evangelico, quell’anelito profondo di redenzione e liberazione dell’uomo, che sempre l’ha caratterizzato: liberazione dell’uomo da ogni miseria, schiavitù ed oppressione, a cominciare da quella del peccato”.