Nel corso dei lavori di rinnovamento dei locali di Bonaria, negli anni 1969-1970 sono state riportate alla luce quattro delle otto mummie che erano state murate nei locali della vecchia sagrestia del Santuario, ai piedi della Torre di Don Alfonso.
Si tratta dei resti, – ritrovati in stato di mummificazione che sembra dovuta ad un procedimento naturale e causata dalla natura calcarea del terreno in cui sono state sepolti – di un’intera famiglia spagnola, vissuta in Sardegna tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.
Era la famiglia degli Alagon, marchesi di Villasor, i quali acquisirono il diritto, in seguito al versamento di 1800 lire sarde, di seppellire i loro morti nel presbiterio di Bonaria.
Fondatrice della tomba gentilizia fu Donna Isabella di Requiseng, vedova di Don Martino D’Alagon, sepolto in Spagna e poi traslato a Cagliari onde riposare insieme ai suoi cari.
In seguito ai religiosi occorse rifare il presbiterio del Santuario, e così le salme degli Alagon vennero trasferite nei locali appunto della vecchia sagrestia.
Attualmente si trovano nel Museo, all’interno di alcune teche che le proteggono.