(da recitarsi il 24 aprile a mezzogiorno)
Eccoci nuovamente innanzi a Te, o Vergine Santissima di Bonaria, certi che nella tua bontà vorrai ancora chinarti verso di noi e ascoltarci. Ave, Maria.

Sono seicento anni che la Sardegna vanta un titolo speciale alla tua protezione, da quando, con un delicato e prodigioso gesto di predilezione, Tu volesti che il tuo bel Simulacro approdasse alle nostre sponde e così diventasti la conquistatrice più benigna e l’ospite più insigne di quanti sbarcarono su questa Isola nei travagliati millenni della sua storia.

Da quel giorno benedetto le vicende cristiane della nostra terra sono legate al tuo nome; al tuo colle sono saliti incessantemente i nostri padri con una preghiera sul labbro dettata via via dall’angoscia, dalla confidenza, dalla speranza, dalla fiducia.

A Te ricorsero quando la guerra infuriava, quando infierivano la pestilenza e la carestia, quando la tempesta flagellava i fragili legni cui si affidavano al nostro mare meraviglioso e infido, quando malizia di uomini, furia di elementi o avversità di tempi li facevano sentire abbandonati, indifesi, miseri, oppressi; ai tuoi piedi trovarono sempre conforto e soccorso.

Verso di Te sono poi risaliti cantando a celebrare le mille grazie da Te impetrate, la liberazione dal male e dalla paura, gli eventi felici della loro esistenza di persone e di popolo. Ave, Maria.

Con la stessa fede e lo stesso slancio dei nostri antenati noi oggi torniamo da Te. Vedi, Madre premurosa, quante difficoltà di ordine morale e materiale ancora ci angustiano: i frutti della terra e del lavoro non bastano al nostro sostento e a quello delle nostre famiglie; a tanti di noi il lavoro ancora manca o la casa o la sicurezza del domani; molti dei nostri cari per procurarsi un pane stentato meno incerto sono costretti ad emigrare; l’ardore e il bisogno di affermarsi dei nostri giovani si vedono spesso frustrati, o fuorviati.

Non sempre la verità, la giustizia, il rispetto, la mitezza ispirano i nostri rapporti reciproci e non di rado lo stesso progresso che crediamo di aver raggiunto minaccia di sviarci da Te e dal tuo Figlio divino, nostra salvezza e nostra vita.

Abbiamo perciò bisogno, oggi come un tempo, della tua compiacente, materna assistenza. Conservaci nell’antica fede, nella lealtà e nella sobrietà, che sono i tratti caratteristici del volto spirituale di queste tue genti.

Aiutaci anche nell’ardua impresa di promuovere in questa nostra e tua Isola quello sviluppo sociale ed economico che è condizione di tranquillità e di pace. Ave, Maria. Fa’ che accanto a te, Madre della Chiesa, ci sentiamo uniti in una feconda comunione di carità con tutto il popolo di Dio e coi suoi pastori, il Papa e i nostri Vescovi, nell’impegno di dar vita ad un mondo più umano e più cristiano, nella consapevolezza delle responsabilità di ciascuno e nella volenterosa e ordinata convergenza di queste al servizio della comunità.

Fa’ che possiamo crescere nell’unità e nell’amore; fa’ che per Te ci riconosciamo sempre più sinceramente famiglia di Dio; fa’ che possiamo camminare generosamente insieme verso la casa del Padre. Salve, Regina Cagliari, Aprile 1970 Sebastiano Card. Baggio