L’Ordine venne approvato e incorporato nella Chiesa universale con la bolla Devotionis Vestrae del Papa Gregorio IX, data in Perugia il 17 gennaio 1235 e indirizzata al “Maestro (cioè a Fra Pietro Nolasco) e ai frati della casa di Santa Eulalia di Barcellona”.
Padre di redentori, Pietro Nolasco diede ai suoi figli grandissimi esempi di zelo e di carità verso gli schiavi, eseguendo alcune redenzioni in compagnia dei suoi primi compagni.
Studiò anche un piano pratico perché l’opera a favore degli schiavi fosse la più efficace possibile. Iniziò la raccolta dei fondi per il riscatto degli schiavi. Molto lo aiutarono in questa iniziativa le buone persone che, vista la sua abnegazione e dedizione per quest’opera, consegnavano i loro beni per la redenzione degli schiavi e si davano anche alla raccolta delle elemosine: furono questi i pionieri di quella organizzazione di laici che in seguito prese il nome di Confraternita e Terz’Ordine della Mercede.
Pietro Nolasco pensò anche ad estendere l’Ordine fondando altre residenze negli stati della corona di Aragona e nel sud della Francia, sicché nel 1245 si potevano contare 15 case con oltre 100 religiosi.
Non si conosce con esattezza il giorno della morte di Pietro Nolasco ma, secondo recenti studi, con molta probabilità avvenne il 6 maggio 1245 in Barcellona, dopo una vita evangelicamente esemplare, avendo lasciato in eredità ai suoi figli un ricco patrimonio spirituale di imitazione di Cristo Redentore, di devozione a Maria, di servizio alla fede e di amore eroico ed incondizionato ai fratelli bisognosi.
La Sacra Congregazione dei Riti, con regolare processo canonico, il 30 settembre 1628 approvò il culto immemorabile che fin dalla sua morte gli era stato tributato, dichiarandolo santo e proponendolo come esempio di vita evangelica vissuta secondo un particolare carisma di carità.