Vi sono esposti i più antichi e preziosi modelli di navi di cui è ricco il Santuario (attualmente se ne contano circa 150), restaurati tutti dal Dott. Franco Orrù.

I modelli navali di Bonaria costituiscono un’importante antologia della storia dell’arte navale, dall’età della galera a quella dell’introduzione del vapore (circa 1400) e delle innovazioni adottate dalle navi più moderne.

Se il più antico e prezioso documento è la navicella d’avorio appesa nell’abside del Santuario (che segnala misteriosamente i venti fuori del Golfo), i modellini di vascelli esposti nel museo sono quasi tutti di pregevole fattura artigianale, costruiti con cura e dovizia di particolari e riflettenti un’ottima conoscenza, da parte del costruttore, del modello originale.

Tutti i modelli, sono stati costruiti basandosi sui piani costruttivi dell’originale se non addirittura copiati da bastimenti ancora naviganti all’epoca della costruzione dei predetti modelli. Ne esistono, infatti, diversi che riproducono navi a vela ancora in servizio fra il 1850 e i primissimi anni del 1900 e che sono stati donati al Santuario in quel periodo.

Nella seconda sala sono visibili anche le mummie di alcuni membri della famiglia degli Alagon, morti di peste nel 1605 e sepolti nella pietra calcarea del Santuario: la mummificazione è dovuta al carbonato di calcio, formatosi all’interno della tomba.
Nella stessa sala è esposta l’ancora d’argento offerta dalla regina Margherita nel 1899, in ringraziamento per il felice esito della spedizione al Polo guidata dal figlio, il duca degli Abruzzi, con la nave Stella polare.