Movimento Giovanile Mercedario

Liberi per Liberare

Il Movimento Giovanile Mercedario è una realtà della grande famiglia mercedaria, e come tale, ha come impegno fondamentale quello di vivere il particolare carisma di san Pietro Nolasco, riassumibile nel motto “liberi per liberare”. Soffermandoci a questa brevissima e prima definizione, potremmo pensare che effettivamente tutto ciò sia molto “poetico” e senza dubbio importante; ogni giorno ed in infinite situazioni abbiamo modo di sperimentare nella nostra vita che la riflessione sulla libertà è sempre attuale, e non va certamente a perdersi in un lontano passato che ormai si riposa tra le pagine dei libri di storia, fatto di schiavitù fisiche, di persone strappate alle loro famiglie, alla loro vita ed alla loro stessa dignità di esseri umani per essere trattate alla stregua di oggetti dai loro “padroni”. Parlare di schiavitù nel nostro tempo non è purtroppo fuori luogo, considerando che esistono non solo schiavitù di tipo fisico, ma catene ben più pericolose, invisibili e difficili da estirpare, che avvolgono l’anima e ci trascinano molto lontano dalla vera libertà. Potremmo nominarne tante; dalla droga all’alcol, dalla prostituzione allo sfruttamento minorile, fino ad arrivare a quelle schiavitù che vivono in noi stessi e che ci impediscono di vivere pienamente la nostra dignità di persone e di figli di Dio. Chi sceglie di abbracciare l’ideale del “liberi per liberare” dunque sa guardarsi intorno e rendersi conto che è chiamato a far scoprire a se stesso ed agli altri che la strada per raggiungere la libertà parte da dentro di sé.

Ma tutto questo potrebbe effettivamente apparire come distante dalle reali possibilità di un ragazzo che vive la sua quotidianità: tra scuola, studio, sport, amici, hobby, le giornate passano in fretta. Il tempo sembra sempre troppo poco, e noi ci sentiamo sempre troppo “piccoli” per poter compiere gesti forti per aiutare chi ci circonda.

Il giovane mercedario nella quotidianità

Ma allora, cosa deve fare un giovane che voglia mettersi in cammino sulle orme di Pietro Nolasco per vivere fino in fondo questo altissimo ideale di libertà nella sua vita di ogni giorno?

Chi sceglie di vivere in prima persona il carisma della libertà, sa che essa è un mettersi in cammino e, soprattutto, mettersi un po’ in discussione.La libertà è apertura, confronto libero e disponibile, consapevolezza di sé, voglia di mettersi in gioco. La libertà è, come il nostro gruppo, un “movimento”, qualcosa di dinamico ed in continuo mutamento; non una meta “stagna” ed irraggiungibile, ma un lungo percorso, una scelta che ogni giorno si rinnova. “Liberi per liberare” è partire da se stessi per giungere all’altro. Nessuno schiavo può liberare un altro schiavo, se prima non ha saputo operare su stesso e sciogliere dalla sua vita tutte quelle catene che in un modo o nell’altro lo trattengono.

Nessuno di noi può sostenere di essere privo di catene che limitano la sua libertà. Non si tratta di una banalissima affermazione che muove dal presupposto che libertà sia “fare ciò che si vuole”, anche se nella società di oggi vediamo tante correnti di pensiero che invocano il ricorso al concetto di libertà per giustificare ogni comportamento. Il nostro carisma parte da una concezione ben più ampia del concetto di “libertà” e di “essere libero”, propria di ogni persona umana che sa essere padrona delle proprie azioni, che sa essere in grado di preferire quel bene che è conforme alla sua dignità umana.
In questo senso, noi non siamo liberi. Ognuno di noi ha delle catene che ci impediscono di cogliere l’immensità della nostra vita, che ci rendono incapaci di guardare oltre le apparenze; sono catene i nostri pregiudizi verso l’altro, la nostra testardaggine, il nostro orgoglio e l’incapacità di perdonare. Sono catene insidiose ed invisibili, che traggono forza dalla nostra convinzione di non potercene liberare. Quante volte abbiamo detto la frase “io sono fatto così”? Ogni volta che limitiamo noi stessi nell’essere il meglio che possiamo essere, chiudiamo una porta alla libertà.

Liberi a immagine e somiglianza di Dio

“Un giorno un uomo trovò un uovo d’aquila in una delle sue lunghe passeggiate. Credendo che fosse un uovo di gallina che qualche volpe affamata aveva portato via di soppiatto dal pollaio lì vicino, lo prese e lo depose nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente alle altre uova della covata, e l’aquilotto crebbe insieme agli altri pulcini. Per tutta la sua vita, l’aquila fece tutto ciò che facevano i polli del cortile, pensando di essere una di loro: frugava nel terreno in cerca di vermi ed insetti, chiocciava a schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche centimetro. Gli anni passarono, e l’aquila divenne molto vecchia. Un bel giorno di primavera, guardando il cielo, vide nel cielo sgombro di nubi uno splendido uccello, che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle correnti d’aria. La vecchia aquila esclamò, stupita: “Chi è quello?” “E’ l’aquila, il re degli uccelli”, rispose una sua vecchia amica lì vicino, “appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli”. E così, l’aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale”.

Quante volte nella nostra vita ci convinciamo di essere polli anziché aquile? Tutte le volte in cui dimentichiamo la nostra prima vocazione di figli del cielo, di figli di Dio, creati a Sua immagine e somiglianza. E lo siamo nella possibilità che ci è data di essere liberi di creare e plasmare la nostra vita, dirigerla verso la meta che ci siamo prefissati, di essere ciò che sogniamo essere. La libertà che Dio ci ha donato è un atto di grande, immensa, straordinaria fiducia nei nostri confronti, che ci permette di orientare la nostra vita al Bene o al male, dandoci la possibilità di scegliere: un Bene fatto per forza non è forse peggio di un male fatto per scelta? Essere cristiano muove da questa consapevolezza, e non si ferma così ad essere scoperta della fede che l’uomo ha in Dio, ma scoperta della fede che Dio ha nell’uomo; scoperta che l’unico modo per poter vivere la libertà in ogni piccolo gesto che compiamo, è vivere in conformità alla volontà di Dio ed al Suo progetto su di noi. Realizzare la volontà di Dio non è così essere legati ad una volontà superiore che ci dice “questo è giusto, questo è sbagliato”, ma è la strada per una libertà vera e pura che realizza la nostra prima vocazione: essere felici.

Verso il Mondo

L’MGM non è composto da tante isole; siamo persone che vogliono percorrere insieme questo percorso faticoso ed in salita, perché sanno che condividere con qualcuno un viaggio lungo lo rende più leggero e divertente, dà la possibilità condividere gioie e difficoltà con i propri amici ed aiuta a crescere e confrontarsi, per diventare persone migliori.

Ma il nostro motto, “Liberi per Liberare”, non si ferma certo egoisticamente a se stessi o al nostro gruppo; l’essere liberi per davvero ci conduce verso una nuova consapevolezza: L’Altro. Arriva così il momento di realizzare il nostro scopo: la libertà ha senso se non è libertà per me, ma diventa un punto di partenza “per liberare”. Più siamo liberi e più ci sentiamo responsabili verso il nostro prossimo. La mia libertà, fondata sulla Verità e quindi su Dio, si esprime in pienezza solo nel bene verso la comunità. Gesù si rivela nel prossimo, nelle sue debolezze e nelle sue difficoltà come nei suoi punti di forza e nelle sue gioie; è camminando accanto all’Altro verso la libertà che posso scoprire i miei limiti senza paura di metterli a nudo e riconoscerli, imparando a chiedere scusa e a smussare gli angoli della mia personalità. L’MGM, così, cerca di crescere nella fede vivendo nel mondo il suo carisma e confrontandosi con il mondo continuamente.

La libertà non è un cammino per egoisti; è un cammino per persone che vogliono fare un pezzo di strada insieme. Il nostro gruppo, quindi, deve essere un campo di allenamento, un terreno su cui crescere per realizzare in pienezza la vera libertà dei figli di Dio.
Diventare liberi non significa diventare grandi nel mondo, diventare liberi contro il fratello, liberi contro Dio; significa diventare liberi da se stessi, dalla menzogna che mi fa credere che sono io al centro del mondo; liberi da se stessi per gli altri. Essere liberi non significa nient’altro che stare nell’amore: stare nella verità di Dio.

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